Buongiorno. Il mio nome è Gabriella Trivellin e sono una suora missionaria in Africa.
Ti chiedo, per favore, solo di leggere questa mia lettera, di concedermi 3 minuti del tuo tempo per ascoltare una storia, con un protagonista inaspettato, che non immaginavi di poter conoscere.
Questa storia si svolge in Zambia, nell’Africa nera, torrida, arsa dal caldo.
È una regione dell’Africa che ora ha un governo democratico e prosperoso, che sta vivendo un momento di transizione, un progredire lento ma positivo, verso una democrazia multipartitica,
Lo Zambia rappresenta la speranza, la speranza in questa zona di conflitti e guerre continui. Lo Zambia è stretto fra due regioni belligeranti, quale la Repubblica Democratica del Congo e il vicino Zimbabwe che rendono tutta l’area politicamente instabile e pericolosa.
Il progresso dello Zambia viene rallentato dalla corruzione, male ereditato e difficile da estirpare, dagli investimenti stranieri e domestici limitati, dalla scarsità di industrie, dallo sfruttamento arcaico delle risorse naturali, tutte queste cose mantengono povere la maggior parte dei suoi abitanti.
Per tutto questo, negli anni il reddito medio pro capite è sceso dai 762 $ annui del 1965 ai 351 $ annui del 2002, poco meno di 1 (uno) dollaro al giorno con cui una famiglia deve sopravvivere.
Solo ultimi anni, l’economia si sta lentamente risollevando, ma troppo lentamente, e il rallentamento ora è anche dato da quella piaga che è l’AIDS, l'AIDS che incombe nel paese e che rischia di vanificarne i segnali positivi.
Le stime ufficiali parlano di circa 1.500.000 orfani per AIDS per una popolazione totale di circa dieci milioni di abitanti.
Sulla strada che va da Lusaka a Livingstone, si trova Monze, una piccola cittadina sviluppatasi intorno a un mercato di bancarelle.
Qui a Monze il 16% della sua popolazione risulta sieropositiva o ammalata di AIDS e gli orfani, tanti orfani, sono in costante aumento. Monze è priva di risorse economiche, agricole o turistiche, vive di piccolo commercio di verdura o di materiale usato.
A Monze c’é la mia Diocesi Cattolica con una parrocchia, retta da un vescovo italiano, Monsignor Emilio Patriarca.
In questi anni la Diocesi ha portato avanti diverse iniziative sociali, ha realizzato lo Youth Project, un complesso scolastico dove gli adolescenti possono imparare un mestiere e incentivando le Community School, che non prevedono il pagamento di tasse.
A Manungu, alla periferia di Monze, vi è un piccolo distaccamento della parrocchia, l’outstation “Our Lady of the wayside” dove presto la mia opera io, io sono una suora della Congregazione di Maria Bambina, la mia Casa Madre ha sede in Milano, io sono nata in Veneto, tanti anni fa.
Da oltre trentacinque anni vivo in Africa, in Zambia, sono tanti anni lo so, ma il mio cuore è qui, con questi bambini, con i loro genitori, con tutti loro. Bambini, mamme papà, nonni che cerchiamo di curare, di dare loro calore umano, di dare loro da mangiare, di dare loro il dono di un po’ d’acqua, perché anche l’acqua qui a Monze è un privilegio.
Nella sua sfortuna chi è malato di AIDS riceve periodicamente, dalle organizzazioni umanitarie, del cibo, cibo che dovrebbe servire per prolungare la sua vita, cibo da associare alle medicine, cibo dovrebbe mangiare solo lui. Ma gli zambiani hanno un cuore grande, seppur malati condividono ogni cosa con la comunità, con i loro familiari e se non hanno familiari con gli altri, ed il cibo che dovrebbe durare una settimana, in pochi minuti è subito finito.
Quello che io e le mie consorelle (siamo poche sapete, pochissime) stiamo cercando di fare è di dare un aiuto a queste famiglie, ai loro bambini,ai loro genitori.
Bambini che rimangono orfani, soli, in tenerissima età, perché i loro genitori muoiono di AIDS, di malaria, di denutrizione. E loro, spesso di pochi mesi d'età restano senza nessuno, nessun parente, né madre, né padre, neppure un nonno, annientati dall'AIDS o dalla malaria.
E troppo spesso muoiono anche loro, e con loro muoio pure un po' io dentro. Vedere morire un bimbo che stai cullando fra le braccia ti fa immergere in una tristezza infinita.
Il 18 per cento dei bambini dello Zambia muore prima del quinto compleanno e il 16 per cento fra i 15 anni e i 48 anni hanno l’AIDS.
Sono tante le lacrime che ho versato nel vedere questi bimbi, queste persone morire, bimbi che ho cullato, che ho stretto tra le mie braccia tante volte, cui ho dato da mangiare, nella illusione mai sopita di vederli un giorno grandi.
Persone cui ci affezioniamo, con cui condividiamo le gioie e i dolori, le paure, le angosce, le lacrime e la disperazione.
Vedere ogni giorno la disperazione silenziosa di una madre che vede il proprio bimbo chiudere gli occhi e non aprirli più. Il dolore infinito, sordo e struggente.
Io e le mie consorelle siamo qui per stare accanto a loro, a tutti loro, facendogli capire che non sono soli. Abbiamo creato una scuola materna ed elementare, dove alfabetizziamo i bambini e gli adulti che lo desiderano, insegniamo l’inglese, in modo che i più fortunati possano trovare un lavoro. Curiamo i bimbi orfani malati, cerchiamo le medicine, facciamo fare i controlli medici, diamo loro del cibo secondo le nostre disponibilità, sempre poche purtroppo, il nostro menù principale è la polenta, qualche volta, quando siamo fortunati, con una manciata di riso bollito, e quando c’è il riso è festa.
Cerchiamo anche di prendere per mano degli amici e cerchiamo di “tirarli” verso di noi, perché abbiamo tanta necessità di un sostegno, anche morale.
Posso prendere la tua mano per un momento? Ti prometto che non la stringerò troppo...solo un pochino!
Sai i bimbi ( e anche tutti gli altri) qui mi chiamano Sister Gabry, e come tutti i bambini giocano, fanno un chiasso quando trovano qualcosa di nuovo con cui giocare, un barattolo vuoto, un pezzo di legno strano. Ti racconto questa: un giorno da una grossa Toyota di una organizzazione umanitaria hanno gettato dal finestrino un fazzolettino umidificato profumato usato (sporcaccioni) ebbene un bimbo è corso a prenderlo, l’ha raccolto e l’ha annusato estasiato. Non ne aveva mai visto uno, è corso a chiamare tutti i bambini e tutti si sono passati questo fazzolettino usato per sentirne l’odore, e poi urlando a squarciagola “SUOOOR GABRYYYYY” me lo hanno portato a vedere chiedendo spiegazioni. Pensa perfino un fazzoletto profumato sporco è per loro una novità e un motivo di stupore...pensa quanto poveri sono...ma ti assicuro che, dentro, sono ricchi tantissimo.
Io sono felice di essere qui, sono la mia famiglia, grazie a Dio posso fare questo, aiutare chi ha bisogno.
Il mio desiderio sarebbe di poter dare ad ogni villaggio un pozzo per l’acqua. L’acqua è il bene più prezioso qui, e sono pochi i villaggi che hanno un pozzo per raccoglierla. Le donne fanno chilometri e chilometri per andare a prenderla nei villaggi vicini, e a volte stanno via mezze giornate per portare a casa un otre colma d’acqua per tutta la famiglia.
L’acqua serve per bere, per pulirsi e limitare le infezioni e le malattie. Serve anche per cucinare la polenta e il poco riso che riusciamo a reperire. L’acqua è indispensabile.
Per fare un pozzo bisogna chiamare dei tecnici, non possono farlo gli abitanti del villaggio, bisogna trivellare il terreno molto profondamente perché le falde d’acqua sono centinaia di metri sottoterra, E gli operai e la trivellatrice hanno costi altissimi. Poi bisogna comprare ed installare la pompa manuale e i tubi per giungere fino alla falda e riuscire ad estrarre l’acqua. Per fare un pozzo ci vogliono mediamente 4000 $. La cifra varia in base a quante volta bisogna trivellare il terreno prima di riuscire a trovare la falda con l’acqua.
Sarebbe una cosa grande riuscire a fare almeno 10 pozzi, 10 villaggi sarebbero così autonomi per l’acqua e centinaia di donne e bambini potrebbero risparmiarsi lunghe passeggiate sotto il sole cocente per portarne a casa pochi litri appena sufficienti per sopravvivere. Dieci pozzi, sarebbero 40.000 $.
E dopo questi 10 pozzi farne altri 10...un sogno.
Sento che stai cercando di ritirare la tua mano, non la trattengo che per dirti grazie, grazie per avermi letto fino a questo punto, io volevo solo raccontarti una storia, una storia vera, un po’ triste lo so, ma è una storia che al tuo cuore può dare molta felicità, ti farà pensare, pensare a me, ai miei bambini, ai loro sorrisi, alle loro urla, li vedrai correre nei tuoi pensieri con un fazzoletto profumato in mano e ti ricorderai di me. Di Suor Gabry, una veneranda suora veneta che un giorno è entrata nella tua vita.
All’inizio ti avevo parlato di un protagonista misterioso, non hai capito chi era? Eri tu, che hai scelto di entrare nel mio sito e hai lasciato che io ti prendessi per mano e ti conducessi per questa via.
Ora se vorrai potrai scegliere ancora, se voltarti, salutare i bambini e andartene, oppure chinarti, abbracciarli e aiutarmi a realizzare quei pozzi, e a comprare un po’ di cibo.
Ciò che posso darti è la sicurezza che ogni tuo soldo sarà interamente investito per quello che ti ho detto, nulla verrà usato per finalità diverse, così che ogni soldo donato sia speso effettivamente per costruire pozzi, acquistare mangiare e materiale medico e cibo. Tutto per i bimbi e le loro famiglie, sia per i bimbi orfani.
Se vorrai notizie su di me potrai chiamare la mia Casa Madre a Milano (Istituto delle Suore di Carità delle Sante Bartolomea Gerosa e Vincenza Capitanio dette di Maria Bambina) e fare le domande che ritieni opportuno fare.
Il numero di telefono è lo 02.583451
l'indirizzo è: via Santa Sofia 13 Milano
Il loro sito internet: www.suoredimariabambina.org
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Se vorrai comunicare con me in Zambia potrai mandarmi una email a questo indirizzo mi farà piacere leggerti :
tieni conto che l’email mi verrà consegnata dopo qualche giorno, perché io non ho il computer e l’email viene ricevuta nella diocesi da una consorella che appena possibile me la farà pervenire,
oppure potrai scrivermi una lettera a:
Suor Gabriella Trivellin
P.O. BOX n.660181
MONZE
ZAMBIA - AFRICA
oppure, se vuoi, potrai telefonarmi:
il nostro numero di telefono di Monze-Zambia e` lo
00263 - 03 - 250366
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Forse ti ricorderai di me ogni volta ti capiterà di usare un fazzolettino profumato, ti ricorderai dei miei bambini, di questa ormai vecchia suora che un giorno ti prese per mano e ti raccontò di queste meravigliose semplici persone.
E se anche solo un po' il sorriso di questi bimbi ti è entrato nel cuore avrai voglia di dar loro da bere, e potrai farlo, aiutandomi nella realizzazione del mio sogno.
Acqua, cibo, istruzione e coccole. Le coccole sono gratis, le mettiamo noi sisters, col cuore, ogni giorno, per il resto ci può aiutare Dio e anche tu se lo vorrai.
Un caro saluto e grazie per avermi ascoltato.
Iddio ti benedica.
Sister Gabry Trivellin
Missioni suore di Maria Bambina
Via Santa Sofia ,13 - 20122 Milano
Conto Corrente Postale 580 25 206
RICORDA la CAUSALE
per la Missione di Suor Gabriella Trivellin, Monze - ZAMBIA
per la creazione di pozzi d'acqua e acquistare cibo e medicine
oppure:
Conto Corrente Bancario (CCB)
Banca Popolare di Sondrio
Agenzia n.22 Milano– via Santa Sofia, 12 - 20122 Milano
IBAN IT80 J056 9601 6210 0000 7010X81
Suore di Carità SS. Capitanio e Gerosa – conto Missioni
via Santa Sofia, 13 – 20122 Milano
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con la stessa causale
per la Missione di Suor Gabriella Trivellin, Monze - ZAMBIA
per la creazione di pozzi d'acqua e acquistare cibo e medicineUn pozzo per l'acqua costa circa 4.000 $
cioè poco più di 3.000 Euro
Anche 1 solo euro ricevuto è importante, basterebbero 3.000 persone e potremmo scavare un pozzo
E tu potrai dire "anch'io c'ero".
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Nella nostra vita ci sono sempre due modi di fare qualcosa.
Nel modo giusto, o nel modo sbagliato.
Noi possiamo sempre scegliere.
Le foto dei fiori, delle cascate e dei tramonti di questo sito sono state raccolte navigando in internet, senza alcuno scopo di lucro ma solo allo scopo di beneficenza. E' stato impossibile rintracciare l'autore, il quale in ogni momento potrà richiederne l'eventuale rimozione.
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